ultima lettera di Lucio Magri

La lettera di Lucio Magri
Pubblicato il4 dicembre 2011



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La mia morte é cominciata da tempo. Quando Mara é scomparsa ha portato via con sé tutta la mia voglia di vivere, ed ero già pronto a seguirla. Lei lo ha intuito e in extremis mi ha strappato la promessa di portare a termine il lavoro che avevo avviato negli anni della sua sofferenza e che in altro modo era anch’esso in punto di arrivo. La promessa è più un atto di amore, il regalo di un tempo supplementare. Era uno stimolo e un aiuto per dare una conclusione degna al destino che ci aveva fatto casualmente ma più volte incontrare e poi dato tanti anni di felicità totale. Era anche un appuntamento, o almeno così lo ho vissuto ogni giorno. Ora posso dire che la promessa la ho mantenuta al meglio che potevo. Il libro è stato pubblicato anche in Spagna, Inghilterra, Argentina e Brasile. Nel lungo e doloroso intermezzo ho avuto modo non solo di riflettere sul passato ma anche di misurare il futuro. E mi sono convinto di non avere ormai nè l’età, nè l’intelligenza, nè il prestigio per dire o per fare qualcosa di veramente utile a sostegno delle idee e delle speranze che avevano dato un senso alla mia vita. Intendiamoci, non escludo affatto che quelle idee e quelle speranze, riformulate, non si ripresentino nella storia a venire: ma in tempi lunghi e senza sapere come e dove. Comunque fuori dalla mia portata. Per tutto ciò mi pare legittimo, anzi quasi razionale soddisfare un desiderio profondo che anzichè ridursi, cresce. Il desiderio di sdraiarmi a fianco di Mara per dimostrarle che l’amo come e più che mai, e dimostrare che la morte è stata capace di spegnerci, ma non di dividerci. Può essere solo un simbolo, ma non è poco.”

A seguire, un post scriptum, in cui Lucio Magri chiedeva di evitare cerimonie funebri, rimembranze e giudizi dettati dall’occasione, ma “semplicemente uno sguardo affettuoso, o almeno amichevole, rivolto ad una coppia di innamorati sepolti in un piccolo cimitero, insieme“.

Lucio Magri, nato a Ferrara il 19/8/1932, Zurigo 28/11/2011 è stato un giornalista e politico italiano. Entra nella segreteria del Partito Comunista Italiano negli anni 50, dopo un’esperienza nella gioventù democristiana di Bergamo.  A seguito delle vicende politiche del 1969, fonda la rivista “Il Manifesto”
Nel 2009 pubblica Il sarto di Ulm. Una possibile storia del PCI (il Saggiatore, Milano), storia critica del Partito Comunista in Italia e nel mondo.
Muore all’età di 79 anni,  in seguito a una depressione dovuta alla scomparsa della moglie nel novembre del 2011, dopo essersi recato a Bellinzona in Svizzera, malgrado gli amici tentassero di dissuaderlo, per un suicidio assistito. È sepolto a Recanati, a fianco alla moglie Mara .