art as virtual

L'arte digitale esprime la propria spazialità attraversando un tempo non consumabile, in questo senso è un'arte che può definirsi inserita in uno spazio particolare, quello emozionale, intuitivo, premonitore di quella dimensione "altra" alla quale da sempre l'accesso é stato privilegio di ogni opera d'arte. "art as virtual": ogni espressione artistica che ha attraversato la storia (opera pittorica, scultura, fotografia, cinema, videoarte, arte digitale eccetera), è nata libera dalla valutazione razionale: il suo valore é un valore assolutamente legato all' intenzione emozionale e premonitrice dell'artista e non é mai stato quantificabile nel materiale usato né nel tempo occorso per produrla, è il travasamento mistico e dannato dell'intuito emozionale dell'artista che l'opera ci comunica, come tale è una profezia, scavalca la realtà contingente e perfino storica per entrare in una sfera magica e spirituale dove diviene essenziale alla stessa vita umana.
"art as virtual" l'arte in sé ancora prima dell'opera é virtuale, non é una filosofia non un concetto, non un'illusione né una magia, è però una realtà a sé, necessità primaria fin dagli albori delle civiltà, una preghiera, una sacralità.
L'arte, sempre "immateriale" (la sua essenza non essendo nel supporto) e quindi sempre virtuale, attraversa la storia con una immobilità che le garantisce un eterno presente, l'arte é a-storica, occupa uno spazio interiore e mai un percorso temporale, (guai se le si può riconoscere una collocabilità databile e quindi di per sé superabile e deperibile), in questo senso l'arte è sempre immateriale, immortale, a prescindere dalla sua struttura tangibile, sempre uno squarcio spesso inquietante verso il divino, verso ciò che non conosciamo e che potremo solo intuire, verso uno spessore profondo che è il potere taumaturgico dell'artista.