a silvia

-..Silvia rimembri ancora.., - udii.
Passavo di là per caso; uno strano posto nella città vecchia invaso da forti odori di spezie e di polvere.
- Senta, - disse l'uomo toccandomi appena, - cerca qualcosa?
Rimanemmo accanto a lungo; la luce calava e la sera era ormai peciosa e densa. Forse era tarda estate.
- Se Leopardi...allora Joyce non poteva che scrivere l'Ulisse. -
Entrati in un caffé, un grande specchio inclinato rifletté le nostre figure rendendole quasi grottesche.
- A cosa pensa?.. -
- Silvia rimembri ancora.. cos'è il ricordo? -
Fuori ora pioveva ed era notte. Un cane, abbaiando, scandì il silenzio che ci avvolse quando ci separammo.
D'un tratto, ormai lontani l'uno dall'altra, l'uomo si voltò e con voce alta perché potessi udirlo disse: - Lei si chiama Silvia, vero? -
- Sì, - risposi.
E' stata la mia bugia più bella.