estraneità

Viviamo un mondo spersonalizzato dove la singola persona non esiste più, ma solo i fatti, i numeri, le tragedie, i corpi, tutto ad uso della vista, tutto virtuale, senza partecipazione emotiva, senza rispetto, senza nomi, senza storie vissute singolarmente, 30 morti, otto grandi seni perfetti, ben riempiti dal silicone (ma cosa importa in un mondo dove la forma omologata ha cancellato il concetto di realtà e quindi di vera bellezza?), otto glutei roteanti, 300 milioni di affamati, 170 straziati da una bomba, 4 kamikaze...l'uragano ha portato alla morte 150 persone..ma CHI? persone che non sono un "io", quindi non sono soggetti, non come "il me", ma numeri, apparenze, immagini (della tv), la stessa contemporaneità con l'evento, quindi lo spettacolo, l'informazione in diretta, rende sempre di più la vita egocentrata e ognuno di noi, spettatore assolutamente intoccabile, preservato, quindi al di sopra, quindi semidio, è protagonista unico della visione di un grande spettacolo altrove ed intorno, mai QUI, tanto globale da abbracciare tutti i paesi che divengono vicini, reali e immaginari insieme, ed anche oltre: l'uomo sulla luna era una storia di fantascienza, "l'io" non c'era, né c'é sapore nelle immagini di cibi pubblicizzati, né alcun "io" nelle tragedie di fame, di violenza, di delitti sessuali che accadono solo su uno schermo: tutto diventa puro spettacolo, quindi comunque paradossalmente intrattenimento, e quindi divertimento nel senso di distrazione -estraneazione. E' l'occhio ad essere divenuto l'organo principale che ha soppiantato anche l'anima, le emozioni, l'intuizione, i sapori, i profumi, i fetori, la qualità tattile delle cose, la vischiosità del sangue che non sporca, niente fa più paura e quindi diventa inutile anche l'astuzia (intelligenza) di difendersi da qualcosa che non é mai reale, mai accanto a noi, mai minacciosa, un qualcosa che accade sempre ad "altri", altrove ed é quindi sempre solo spettacolare e spersonalizzata, disanimata. I ragazzi imparano questa distanza che cancella la compassione, l'amore, già dai videogiochi, la televisione completa l'estraneamento completo dalla vita vissuta, il concetto di realtà rimane quello minuscolo delle proprie soddisfazioni, sempre realizzate con minori attese, minori pretese, perché già colmate da vite di altri (le soap operas), amori di altri, case brutte-lussuose vissute attraverso altri, un appagamento virtuale che procura una falsa e sempre minore adrenalina indotta e una sempre minore necessità e capacità di ricevere e dare amore. E' un mondo di esseri assolutamente soli, assolutamente espropriati dal pensiero e dai desideri, un mondo in cui accade una trasmigrazione virtuale di ogni persona (personalitàWinking in un'esistenza perfetta capace di dare tutto a tutti: togliendo la coscienza dell'altro, il sè diviene autonomo, estraneo, alieno e quindi "soddisfatto" in quanto derubato da aspettative reali, privato dalla necessità di comunicare (dare e ricevere), forse anche sperimentare, andare oltre il proprio cerchio che già racchiude tutto, già appagato dalla quantità immane di situazioni disponibili per una vita emotivamente virtule, situazioni reali e realistiche che è possibile ricevere-vivere senza rischi attraverso le immagini rappresentate in internet e in tv e che propongono cose comunque tremende che succedono davvero "altrove", una verità ad effetto quindi, manipolata accuratamente nella scelta delle immagini proposte, nella censura di altre, ma assolutamente reale (e qui é la trappola) ma un reale che accade sempre e comunque in un altro luogo mentale e fisico, inestistente al tatto e alle sensazioni che gli diano forma e sostanza, un altrove capace di creare in noi un nirvana artificiale, una a-motività ebete e alla fine capace di perversioni atroci proprio perché vissute sempre al di là del proprio io, essendo, in questo modo ricettivo-passivo, ormai anestetizzata ogni coscienza, l'esistenza della quale é solo possibile in un rapporto profondo con l'altro, con ogni altro dei miliardi di altri che vivono, pensano soffrono, che sono un "io" come lo siamo noi. Tolto questo é stato cancellato Dio.